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L’arte di sedurre

Immagine tratta dal film “Monnalisa Smile” (che consigliamo di vedere)

L’arte di sedurre – intesa come l’arte di attrarre, tirare a se, affascinare, incantare.

Prova a chiudere gli occhi, resta qualche minuto in silenzio e al buio e prova a ricordare i tuoi insegnanti, focalizzati su un particolare docente, uno che ha lasciato qualcosa di importante per te.
Fallo ora! Fatto?
Non abbiamo certo il potere di leggere nella tua mente, ma siamo certi che possedeva l’arte di sedurre. Probabilmente sapeva comunicare e incoraggiare i ragazzi, riusciva a mobilitare e coinvolgere gli studenti, sapeva mettersi in gioco e scoprire qualche
debolezza senza il timore di perdere l’autorevolezza. Era stato in grado di generare reciproca fiducia docente-discente.
Ma come si fa? Quali solo le azioni che posso mettere in atto per essere ascoltato e riconosciuto?

Ecco tre semplici suggerimenti:

1. Diventa complice e fallo in modo credibile. Questo non significa che devi diventare il miglior amico, ma ahimè si deve rinunciare un po’ a difendere l’immagine dell’insegnante che sa tutto, che sta ad un livello superiore, che parla da dietro la cattedra. Fai ricerca con loro, usa il loro codice di linguaggio, ascolta invece di dare risposte, rivolgiti a loro chiedendo consigli, mettiti tu per primo in situazioni di apprendimento.

2. Inizia un percorso di comunicazione consapevole. Come ben saprai ciò che comunichi non è dato solo dalle parole che utilizzi, ma anche dal tuo paraverbale e dal tuo linguaggio non verbale. Vedremo nel praticando molte attività interessanti, intanto inizia a fermarti mentalmente ogni tanto in aula e allenatevi a “fotografare” come è la vostra postura e dove è posto il vostro corpo in relazione allo spazio.

3. Entra in empatia. Se vuoi entrare in una relazione positiva e propositiva abbandona tutti gli schemi pre-stampati, pre impostati, pre decisi. Le dinamiche di gruppo, influenzano il comportamento del singolo e sono in continuo movimento. Sta a te osservare attentamente la tua classe, percepire ogni piccola variazione e agire di conseguenza. La capacità di cogliere i messaggi che ci arrivano dai ragazzi è conseguente alla capacità di entrare in una relazione empatica, mettersi al “livello” della classe, parlare come parlano loro, muoversi come si muovono loro. Questa cosa la sappiamo fare tutti è che più i ragazzi crescono più ci aspettiamo che siano loro a venire nel nostro mondo, a usare il nostro codice di linguaggio. Pensate a quanto siamo bravi con i bambini piccoli: gattoniamo, mugugniamo, verseggiamo, ci prestiamo a amorose ‘’torture’’ quali morsi, tirate di capelli, sbavate, ci vestiamo con abiti da principessa o da super eroe. Perché non farlo anche i ragazzi pre-adolescenti e adolescenti? Perché diventiamo repellenti all’idea di avvicinarci noi al loro codice comunicativo?

 

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